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come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
19-03-2010, 11:51 AM
Messaggio: #1
come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
Come saprete il 10 Aprile a Bologna ci sarà una riunione preliminare per rieleggere l'intero Direttivo, non è tanto questo il punto, vorremmo sapere dai PAM della Toscana cosa si aspettano da un'associazione nazionale che li dovrebbe rappresentare e soprattutto come cambiarla, nell'occasione faremo volentieri i portavoce.......a voi la palla
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19-03-2010, 06:26 PM
Messaggio: #2
Information RE: come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
Ciao Andrea,

sul sito pescaamosca.net c'è stata una breve ma interessante discussione, questo è il link diretto: http://www.pescaamosca.net/webportal/for...=6&post=82...

Massimo
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23-03-2010, 02:02 AM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 23-03-2010 02:06 AM da moscardazia.)
Messaggio: #3
RE: come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
Mah, mi sono letto il papiro nella speranza contenesse qualcosa di nuovo, purtroppo inutilmente.

Speriamo di vedere presto un cambiamento di rotta, un'interessamento più fattivo per le nostre povere acque, una forte e consapevole voce univoca al posto di assordanti silenzi o peggio di incomprensibili personalismi !

Per riacqustare credibilità verso la base non basteranno i buoni propositi!

M.
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23-03-2010, 12:26 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 26-04-2010 01:35 PM da Giovanni Bartolozzi.)
Messaggio: #4
RE: come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
Per informare i nostri lettori riguardo la nostra posizione nei riguardi di Unpem, a braccio e in sede consiliare, stiamo valutando cosa fare e cosa vorremmo da l'associazione.

Per adesso sono tutt'ora in discussione i seguenti punti:


Siamo tutti d'accordo sul fatto che essere una associazione regionale riconosciuta è già cosa molto importante.
E' però sensato pensare che appartenere ad un'associazione nazionale "utile e funzionale" può essere un vantaggio.



Visto lo scarso numero dei volontari partecipi, l'associazione dovrà essere più snella possibile e senza fronzoli dispersivi.

Quindi occorrono delle linee guida ben definite riguardo etica e scopi, in parte i seguenti:

E' ammesso, solo per realtà pregresse o in realizzazione, mantenere quelle zone che per i più disparati motivi hanno una gestione che non rispetta la naturalità dell'ambiente o le linee guida a seguito elencate. E' comunque auspicabile che in futuro, dette aree, possano essere modificate secondo le direttive elencate più avanti.

L'associazione è contraria al tesseramento obbligatorio al fine della fruizione di quello che altro non è che una risorsa pubblica.

L'associazione può richiedere il pagamento di un permesso di pesca per quelle zone ove lo stesso è giustificato da costi di varia natura, come monitoraggio ambientale, vigilanza e quant'altro concorra al raggiungimento degli scopi previsti dello statuto.


I tratti a prelievo zero sono giustificati solo quando una pratica diversa metta a repentaglio la sopravvivenza delle specie ittiche viventi, spopolando il corso d'acqua da tutte le taglie eccedenti la misura minima o massima pescabile ammessa. Il pesce contenuto dovrà necessariamente poter essere autosufficiente per il ripopolamento naturale e di numerica adeguata al corso d'acqua (di volta in volta stabilito da pareri scientifici).
Il no-kill assoluto è ammesso temporaneamente nei casi di riqualificazione ambientale monitorata. Potrà essere mantenuto nel tempo ove si presentino conclamate condizioni di delicato equilibrio ambientale (sbalzi di livello e di temperatura, piccoli riali e quant'altro concorra a una negativa ottimizzazione; potrà essere anche considerato come zona di protezione ambientale).
E' inteso che l'associazione si muove esclusivamente nella direzione della salvaguardia ambientale, conscia che ne il no kill ne il continuo ripopolamento siano pratiche corrette. In entrambi i casi, difatti, si assiste allo sconvolgimento delle abitudini alimentari del materiale ittico immesso o già presente.
La misura minima e massima e il numero di capi prelevabile sarà il risultato di inconfutabile studio scientifico considerando la necessità di mantenere in condizioni naturali l'autosufficienza riproduttiva della popolazione ittica e il mantenimento del numero naturale della fauna ittica.

Comprendendo che l'attuale situazione dei corsi d'aqua e specchi lacustri è altamente danneggiata ammette altresì, nelle zone compromesse, il ripopolamento purchè sia temporaneo ed eseguito per il raggiungimento degli scopi statuari. Tale pratica può essere ammessa solo se contemporaneamente viene promosso il ripristino ambientale, che il suddetto ripopolamento venga effettuato con materiale ittico certificato di qualità (le certificazioni saranno compito del csn) e da riproduttori (se presenti) prelevati nella stesso bacino idrografico. Promuove, ove se ne ravveda la necessità, la realizzazione di incubatoi di valle.

L'associazione è contraria all'immissione di fauna ittica alloctona, anche se non danneggia le specie ittiche presenti (protezione, mantenimento e ripristino della biodiversità).

L'associazione si potrà avvalere di consulenti esterni, quali biologi, ittiologi, ecc. purchè non siano in qualche modo riconducibili personalmente ad attività commerciali. Ad esempio, non esaustivo: soci, titolari o dipendenti di attività di pescicoltura, di riqualificazione ambientale ecc. ecc.

Per le zone ove per ecosostenibilità (per costruzioni di dighe, sbarramenti o quant'altro) sia cambiata la naturale condizione del corso d'acqua (l'emissario) a seguito di specifico studio potrà considerare la nuova situazione se meritevole di interesse (previo parere scientifico istituzionale, Provincia, Regione, Stato)

L'associazione promuove la propria immagine partecipando a convegni, comunicati stampa e quanto necessiti per una corretta informazione pubblica.

Cosa non deve fare l'associazione: occuparsi di settori satelliti, ossia:

No icsf o similari (almeno per i primi 5 anni di vita)
No SNL (se non come ente certificatore)
No CSN (se non come ente certificatore)

Perchè:
icsf è uno spreco di risorse per pochi interessati

No SNL, perchè questiona su tecniche che creano dissidi tra soci o potenziali soci. Meglio un ufficio che certifichi alcune scuole a svolgere corsi con programmi definiti e dettagliati con metodologia indicata dall'associazione.

No ad un CSN che faccia quel che gli dice il CDN in carica, il Comitato Scientifico può invece indicare gli ittiologi professionisti che non abbiano interessi privati con itticoltori, certifica in base a pareri di professionisti esterni l'itticoltura dalla quale può essere acquistato eventuale materiale ittico.


********************************************************************************​****
PS.
visto che li stiamo discutendo per Unpem è fuori dubbio che i suddetti principi potranno valere anche per i soci del Coordinamento Toscano Pescatori con la Mosca.

Saluti, Giovanni Shy
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23-03-2010, 02:57 PM
Messaggio: #5
RE: come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
Guarda Lorenzo, di questo genere di commenti ne faccio volentieri a meno, proprio per non aumentare queste pagine.
La polemica serve solo a questo, idem i discorsi da bar.

Quindi se hai un pensiero e un opinione più interessante magari riusciamo anche a chiudere il libro. Se non altro qui in Toscana.

grazie per la collaborazione

Saluti, Giovanni Shy
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23-03-2010, 07:31 PM
Messaggio: #6
RE: come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
A tutti,
sarebbe mio pio desiderio che si potesse presentare non solo un programma semplice,almeno per il momento,ma finalmente innovativo, anche per quanto riguarda un possibile ed auspicabile cambiamento dello statuto, che possa agevolare la partecipazione e l'impegno degli iscritti ma finalmente qualcuno della Toscana con la voglia di "sbattersi". Ma forse spero troppo, una serie di iniziative locali che portino i Clubs ad essere più vicini gli uni con gli altri e con una maggiore partecipazione.
Saluti,Fabrizio
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24-03-2010, 12:04 AM
Messaggio: #7
RE: come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
Caro Giovanni,

il mio commento (che provvedo a cassare), è conseguenza della riflessione personale sul fatto che sono state avanzate 10.000 ipotesi di cambiamento direzionale e invece sembra proprio che il pozzo in cui sta precipitando UNPeM ormai da tempo pare non abbia fine. Quindi, alla fin fine, tutto questo scervellarsi per trovare una via d'uscita, bloccata evidentemente da energumeni dotati di tastiera del 'potere', ai quali preme che le cose continuino a stare così, a cosa è servito, e a cosa serve?

Con stima per il tuo impegno,
Lorenzo
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24-03-2010, 10:39 AM
Messaggio: #8
RE: come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
Carissimo Lorenzo,
mi prendo la briga di rispondere al tuo messaggio, diretto in realtà a Giovanni, é verissimo che il baratro attuale sia grande, ma in ogni caso é necessario porsi la domanda, e dopo?
Vedo moltissime "tastiere" come tu le chiami, agitarsi per distruggere, senza però proporre una
vera "alternativa".
Un saluto,
Fabrizio
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24-03-2010, 11:08 AM
Messaggio: #9
RE: come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
non distruggere ma mettere dei punti fermi ai discorsi. Punti che nessuno ha mai voluto mettere tanto che alla fine i propositi si sono trasformati solo in tante chiacchere. Ecco l'unpem

Saluti, Giovanni Shy
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24-03-2010, 11:51 AM
Messaggio: #10
RE: come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
(24-03-2010 11:08 AM)Giovanni Bartolozzi Ha scritto:  non distruggere ma mettere dei punti fermi ai discorsi. Punti che nessuno ha mai voluto mettere tanto che alla fine i propositi si sono trasformati solo in tante chiacchere. Ecco l'unpem

Il problema forse è che non si cercano le alternative, chi è al timone ha interesse che UNPeM altro non sia che un Club, magari un pochino più numeroso (ma non di tanto), e le iniziative siano quelle tipiche dei Club.

UNPeM, a mio parere, deve essere un ente politico, che abbia a cuore gli interessi dei pescatori a mosca, magari anche sensibili alla tutela dell'ambiente, che piaccia o meno, e non un Club più grande.

Riporto una frase di Marco:
Citazione:Per riacqustare credibilità verso la base non basteranno i buoni propositi!

Ecco, UNPeM non fa nulla, ma proprio nulla, per acquistare visibilità e credibilità alla base, e laddove funziona, funziona solo a livello locale.
Qui serve un totale cambio di rotta, una revisione di fondo del cosa deve fare UNPeM e trovare una corretta forma di marketing affinché la 'base', di cui mi sento far parte, possa almeno sapere che UNPeM esiste, e si sa di cosa si occupa. Si accetta l'errore, lo sbaglio, ma non l'inazione, l'ignavia.

Personalmente, vedo nel tesseramento del singolo una strada giusta, ma per intraprendere questa strada occorrono teste pensanti, e non braccia lancianti a 34,47 metri.Angry

Ciao
Lorenzo

P.S. per explorer - Forse ci conosciamo? O almeno non è che ci siamo conosciuti in Lima a Scesta qualche anno fa?

Ciao
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24-03-2010, 01:41 PM
Messaggio: #11
RE: come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
Sante parole.......Mangini, è mancato qualcuno che ci spingesse a fare qualcosa x nome e conto U.N.P.e M., un notiziario, un sito seguito, una collaborazione, un forum dei delegati, un coordinamento, questa associazione non ce la siamo sentita nostra.......è mancata una linea guida e pensa tante cose si son fatte anche in Toscana come Clubs a nome U.N.Pe.M
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25-03-2010, 12:53 PM
Messaggio: #12
RE: come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
Carissimo Andrea,
forse é quello che abbiamo discusso sabato scorso, non sarà facile riprendere le fila del discorso e portarlo nella giusta direzione, ma é sicuramente l'unica cosa da fare. Quello che mi sorprende però, é la totale mancanza di discussione, come se tanti anni di delega non abbiano fatto crescere l'interesse dei singoli, peccato. Come ti ho detto sono a disposizione per ogni aiuto.
Fabrizio
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25-03-2010, 03:40 PM
Messaggio: #13
RE: come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
Rettifica consiliare al paragrafo concernente il no-kill.

Da:

Il no-kill assoluto può essere temporaneamente ammesso con lo scopo e solo nei corsi d'acqua che ne presentino la momentanea necessità (vedi casi di riqualificazione ambientale monitorati).

A:

Il no-kill assoluto è ammesso temporaneamente nei casi di riqualificazione ambientale monitorata. Potrà essere mantenuto nel tempo ove si presentino conclamate condizioni di delicato equilibrio ambientale (sbalzi di livello e di temperatura, piccoli riali e quant'altro concorra a una negativa ottimizzazione; potrà essere anche considerato come zona di protezione ambientale).

Saluti, Giovanni Shy
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25-03-2010, 04:50 PM
Messaggio: #14
RE: come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
vai liscio....
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25-03-2010, 09:28 PM
Messaggio: #15
RE: come vorremmo che fosse U.N.P.e.M.
x Explorer
Non ho ben capito la non-risposta, perdonami, ma come associazione o Unione 'nazionale', la vedo ben diversamente, e, personalmente, riconosco i meriti del Coordinamento, ma solo di questo, anzi, a voler essere più precisi, dei Clubs singoli, non di UNPeM, e solo perché ho conosciuto i suoi componenti, guarda un po', via Pipam e via conlamosca (quello vecchio), ormai qualche annetto fa.
Di UNPeM, nel 1999, credo, ho avuto la tessera direttamente da Parma in quell'anno, poi quando sono diventato socio FoF, ma col senno di poi, gli euri pagati a UNPeM, personalmente, li ritengo gettati al vento, anche se pochi.
Magari i club UNPeM avessero componenti polemici come me Smile e perdonami anche questo piccolo peccato di arrovesciata superbia.Angel
E poi... Non hai risposto al mio p.s.. Huh

Ciao
Lorenzo
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